Stop ai contanti

Dal 1 Luglio 2018 non sarà più possibile pagare la retribuzione in contanti

Dal 1 luglio 2018 STOP ai contanti: i datori di lavoro privati e i committenti non potranno più pagare le retribuzioni e i compensi in contanti ai lavoratori.

Questa limitazione vale anche per eventuali acconti.

Cosa si rischia?

Una sanzione da 1000€ a 5000€ e nei casi in cui si superino i 2999,99€, potrebbe configurarsi un illecito in materia di antiriciclaggio.

Ricordiamo che la firma apposta dal lavoratore sulla busta paga non costituisce prova dell’avvenuto pagamento, ma prova solo la consegna della copia del cedolino (LUL).

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Come bisogna pagare i lavoratori?

Dal 1 Luglio 2018 il pagamento delle retribuzioni, dei compensi e di eventuali acconti deve essere effettuato tramite questi mezzi:

  • bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore;
  • strumenti di pagamento elettronico;
  • pagamento in contanti presso lo sportello bancario/postale dove il datore di lavoro ha aperto un c/c di tesoreria con mandato di pagamento;
  • emissione di assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, ad un suo delegato.

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I 2 casi in cui puoi cadere in errore ed essere sanzionato

La sanzione viene applicata:

  1. nel momento in cui il pagamento è stato effettuato con modalità differenti rispetto alle 4 indicate precedentemente : bonifico, assegno, pagamento elettronico e pagamento attraverso c/c con mandato di pagamento
  2. il pagamento avviato con le modalità corrette non è stato realmente effettuato (questo è il caso in cui un assegno sia annullato prima dell’incasso oppure un bonifico venga revocato prima dell’accredito nel conto del lavoratore)

Sostanzialmente, gli organi ispettivi non dovranno soltanto controllare che sia stato disposto il pagamento ma verificare che, effettivamente, vi sia traccia dell’avvenuto accredito dell’emolumento retributivo nel conto del lavoratore.

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